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L'ACQUARIO MARINO
IL MIO PRIMO ACQUARIO
Ho un acquario di acqua dolce di circa 100 litri con filtro incorporato e due lampade fluorescenti e vorrei trasformarlo in marino, cosa mi consigliate?
La trasformazione è possibile, anche se in generale l'acquario marino richiede un'attrezzatura un po' diversa rispetto a quello d'acqua dolce e l'acquario in questione (con filtro incorporato) è più indicato per un uso "dolce".
Ma se non ci si pone obiettivi che richiederebbero di investire un po' di soldi in una vasca e in un'attrezzatura completamente diversa (es. acquario dedicato agli invertebrati, acquario con più di 4-5 piccoli pesci o con pesci che crescono oltre i 10 cm.) ci si può riuscire. Un'idea per un acquario di 100 litri potrebbe essere quella di ospitare 3 o 4 pomacentridi (Dascyllus, Amphiprion e simili) e nessun invertebrato. Meglio però arredare l'acquario con una piccola quantità di rocce vive che aiutano molto l'ambiente a "stabilizzarsi". Controlleremo anche le lampade esistenti avendo cura di evitare le lampade "fitostimolanti".
Se invece si volesse dedicare l'acquario alla classica accoppiata anemone/pesce pagliaccio, consiglio vivamente di portare il numero di tubi fluorescenti almeno a quattro (tre a luce bianca solare e uno a luce blu attinica) in quanto le attinie richiedono molta luce per vivere a lungo. Inoltre il fondo sarà un poi più alto, ad esempio 7-8 cm di sabbia corallina fine. L'acquario potrà ospitare 2-4 Amphiprion, meglio se di piccola taglio come A.ocellaris. L'anemone sarà preferibilmente un anemone robusta come ad esempio Macrodactyla doreensis. Meglio aggiungere, oltre alla pompa già presente nel filtro, almeno una seconda pompa all'interno dell'acquario per ottenere un maggiore movimento dell'acqua. Per completare l'arredamento potremo mettere invertebrati robusti quali gli Actinodiscus.
Come faccio a preparare l'acqua di mare per i cambi parziali?
L'acqua dolce da utilizzare non è l'acqua di rubinetto: questa contiene cloro, un eccesso di calcio e magnesio, nitrati e fosfati spesso in quantità troppo alte. Essendo poi i sali marini sintetici "tarati" per la miscelazione con acqua dolce molto tenera o demineralizzata, l'uso di acqua di rubinetto può, nel migliore dei casi, causare precipitazione di sali o eccesso di alcuni elementi. Rare eccezioni possono esistere (non tutte le acque potabili sono identiche) ma questa precauzione è valida nella maggior parte dei casi.
Partendo dall'acqua dolce ricavata da un impianto ad osmosi inversa o da un impianto di demineralizzazione, occorre dotarsi di un recipiente adatto, secchio o bidone in plastica atossica per alimenti, di un piccolo termoriscaldatore per portare l'acqua alla temperatura dell'acquario e di un sistema per tenere l'acqua in movimento (aeratore con pietra porosa o una pompa centrifuga).
A questa acqua dolce va aggiunto sale marino sintetico, secondo le indicazioni del produttore. Appena aggiunto il sale è bene agitare subito vigorosamente l'acqua in maniera che la dissoluzione del sale sia la più rapida possibile. Non è conveniente introdurre il sale e lasciare che si sciolga da sè perchè c'è il rischio che alcuni sali precipitino invece di sciogliersi.
Dopo un'oretta verifichiamo con un densimetro che la densità sia uguale a quella dell'acquario; in caso negativo ritocchiamo con l'aggiunta di sale o di acqua dolce a seconda dei casi. Verifichiamo anche che la temperatura sia identica a quella dell'acquario.
L'acqua di mare così preparata deve essere lasciata aerare per 48 ore dopodichè è utilizzabile per il cambio parziale.
Quante volte devo cambiare l'acqua nel mio acquario marino, e quanta?
Non tutti gli acquari sono uguali, per cui non c'è una regola univoca. Un acquario marino con molti pesci può richiedere anche un cambio del 20-30% ogni 2 settimane mentre un acquario di invertebrati ben equilibrato e gestito da mani esperte può non avere bisogno che di un cambio d'acqua minimo e saltuario o di nessuno in assoluto.
Per dare un'indicazione "media" occorre dire che un acquario di soli pesci ha necessità di maggiori cambi per via del frequente sensibile accumulo di sostanze derivanti dalla decomposizione batterica e cioè nitrati, fosfati, sostanze ingiallenti, ecc. per cui è consigliabile un cambio più frequente e più sostanzioso che si potrà stabilire in base alla velocità di accumulo di sostanze indesiderate.
Un acquario "di barriera" con molti invertebrati e pochi pesci ha bisogno di cambi di lieve entità (es. 5-10%) e con frequenza saltuaria (es. 1 mese). Nell'acquario di barriera il cambio parziale è inteso come un metodo per "riequilibrare" la composizione dell'acqua, gli oligoelementi, le sostanze nutritive, e non come un metodo per rimuovere nitrati e fosfati. Questi ultimi devono essere mantenuti bassi in un acquario di barriera indipendentemente dai cambi parziali di acqua.
Volevo realizzare un acquario di barriera, dedicato cioè agli invertebrati e con pochi pesci. Come mi consigliate di procedere? A quali spese vado incontro?
Consiglio come prima cosa l'acquisto di uno più libri. In Italiano esiste "L'acquario di mini-barriera" edito da Primaris che è una delle poche alternative nella nostra lingua. In Inglese uno dei testi migliori in assoluto per la tecnica è "The Modern Coral Reef Aquarium" di Fosså e Nilsen.
L'acquario di barriera ideale prevede una vasca di tipo "aperto", cioè senza coperchio, una vaschetta posta sotto di essa in funzione di filtro/contenitore che ospiti all'interno uno schiumatoio potente, un arredamento basato su pietre vive nella misura di circa 1 Kg ogni 4-5 litri. e su un fondo di sabbia corallina fine, un'illuminazione potente basata su lampade metal-alogene, due o più pompe centrifughe dedicate al movimento dell'acqua nella vasca possibilmente azionate da un generatore di onde, un refrigeratore (praticamente indispensabile nel caso frequente in cui in estate vengano raggiunti i 29-30° C per più di due o tre giorni).
L'investimento iniziale può essere sensibilmente più alto rispetto a quello richiesto da un altro tipo di acquario. Per una vasca lunga 120 cm. le spese principali sono rappresentate dall'impianto di illuminazione (circa 2-3 milioni), dal refrigeratore (circa 2 milioni), dalle rocce vive (2-3 milioni), dalla vasca (meno di un milione), dallo schiumatoio (dalle 5-600 mila), dalle pompe centrifughe. In totale occorre preventivare di spendere, per una vasca in cui si può ospitare un po' di tutto, dagli 8 ai 12 milioni "chiavi in mano" compreso il refrigeratore e l'arredamento.
I costi di gestione sono fortemente influenzati dal consumo di corrente elettrica date soprattutto le 10-12 ore di forte illuminazione richiesta da questo tipo di acquario e la necessità di riscaldare d'inverno e refrigerare d'estate. Altre spese minori sono rappresentate dal sale marino e dagli additivi.
Volevo fare un acquario di barriera, ma sentendo tre negozianti diversi circa il metodo di filtraggio ora ho le idee confuse: uno mi ha detto che va bene il classico filtro incorporato con in più un filtro sottosabbia, un altro mi ha proposto un filtro percolatore e un terzo mi ha detto che mi serve solo uno schiumatoio se metto molte rocce vive. Ma chi ha ragione?
Il primo acquario proposto (filtro incorporato più sottosabbia) può portare facilmente ad un acquario troppo ricco di nutrienti (fosfati, nitrati) ed è perciò poco indicato per un acquario di barriera.
Il secondo è anch'esso un metodo che prevede solo una trasformazione aerobica delle sostanze di rifiuto e perciò può portare agli stessi effetti negativi del primo metodo.
Il terzo è il metodo più sicuro e collaudato per avere buoni risultati perché lo schiumatoio provvede a dare un taglio netto alle sostanze organiche presenti nell'acqua, mentre le rocce vive attuano una completa nitrificazione e denitrificazione senza lasciare accumulare nitrati o fosfati.
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